"ENEL Black Power : chi tocca muore" è un libro che ha il merito di essere breve ma denso. Una sorta di bignami per chi abbia voglia di aprirsi un varco attraverso la sistematica disinformazione a cui siamo sottoposti in Italia nei mezzi tradizionali di divulgazione delle notizie.
Ci è venuto spontaneo conoscere l'autore, e scambiare con lui alcune impressioni sui temi trattati nel libro e
su ciò che il futuro riserva al nostro paese in termini di rinnovabili.
Andrea
Fontana complimenti per la sua inchiesta. Quali sono stati gli aspetti più
significativi che emergono dal suo libro, per chi dovesse avere solo un minuto
di tempo per farsene un'idea?
"La mancanza di una politica energetica
nazionale, le informazioni distorte offerte all'opinione pubblica, lo scandalo
del CIP6 che ha finanziato i grandi inquinatori con i soldi chiesti ai
cittadini per promuovere lo sviluppo delle fonti rinnovabili, ma anche lo
straordinario risultato di oltre 500.000 impianti fotovoltaici installati
in pochi anni. L'inizio di una rivoluzione energetica che potrebbe risollevare
le sorti di un Paese malgovernato. Basterebbe non ostacolare piccoli
imprenditori dotati di grande volontà e valorizzare anche in questo campo
ricercatori ed eccellenze che non mancano. Invece siamo in balia dei poteri
costituiti e dei colossi energetici di casa nostra che hanno sempre tenuto in
mano il pallino, sia durante il periodo degli incentivi sia dopo. Nel libro,
per esempio, si denuncia il sospetto che le bozze dell'ultimo Conto Energia non
provenissero dal ministero, ma da dipendenti Enel. Un fatto gravissimo,
passato sotto silenzio. Come se non bastasse, l'Autorità per l'Energia
Elettrica e il Gas (AEEG) è guidata da personaggi con importanti trascorsi
professionali nell'ex azienda monopolista.”
Non ha
avuto problemi nel chiamare in causa così direttamente un colosso come ENEL?
"Quando nel 2011 ho capito che in Italia si
stava cercando di ostacolare in modo subdolo l'avanzata delle risorse
rinnovabili, mi sono chiesto chi fossero i responsabili. Tutti rispondevano: i
poteri forti, che non significa niente. Ho voluto dargli un nome. Ho scelto Enel perché
è una delle aziende più coinvolte e quella che cerca di mascherare dietro la
facciata di Enel Green Power, che opera prevalentemente all'estero, una
produzione altamente inquinante con vecchie centrali a carbone. Certamente non
è l'unica. La lobby dei fossili è molto più ampia e vanta appoggi importanti
bipartisan. Credo, e mi auguro di non sbagliare, che si stia parlando di
dinosauri destinati all'estinzione, sia sul fronte energetico, sia su quello
politico. La strada è segnata, ma sarà ancora lunga, anche da un punto di vista
culturale. Le faccio un esempio: nel libro ho voluto mettere in evidenza anche
aspetti positivi e parlare dell'evoluzione tecnologica in corso. Mi sarebbe
piaciuto capire di più sugli accumuli, soprattutto sulle batterie al sale di FIAMM e
sulle reali possibilità di integrazione con i sistemi fotovoltaici. I
responsabili dell'azienda vicentina, quando hanno saputo il titolo
dell'inchiesta si sono rifiutati di parlarmi perché Enel è uno dei
loro clienti più importanti.”
E'
passato un po' di tempo dall'uscita della sua inchiesta, eppure già all'interno
si accennava al problema dei SEU e dell'attesa di chiarimenti da parte
dell'AEEG. E' ancora questo il nodo principale per liberare per sempre il
fotovoltaico dagli incentivi o sono emersi nuovi temi caldi nel frattempo?
“Gli incentivi, fortunatamente, non ci sono
più. Le detrazioni fiscali vanno lette in un'altra ottica, servono per dare un
po' di ossigeno a un'economia asfittica. Una normativa chiara, seria e non
penalizzante dei SEU e dei RIU permetterebbe di dare nuovo slancio al settore e
avviare realmente un nuovo paradigma energetico basato sulla generazione
distribuita, senza incentivi in bolletta e senza incidere sulle casse dello
Stato. Chiaramente la liberalizzazione dei Sistemi Efficienti d'Utenza e delle
Reti Interne d'Utenza renderebbe più veloce l'estinzione dei dinosauri e da qui,
temo, nascono i tentennamenti dell'Authority. Anche i sistemi d'accumulo
potranno dare un importante contributo, ma penso ci sia bisogno ancora di
parecchia ricerca e di contributi economici importanti.”
Due
parole su un paio di argomenti che non sono toccati nel libro ma che rivestono
oggi temi di interesse per gli addetti ai lavori: il cosiddetto Mercato
Secondario e le Manutenzioni.
“Se per mercato secondario intende
l'acquisto e la gestione di impianti già realizzati e incentivati sono d'accordo.
Soprattutto a fine 2010, grazie al decreto Salva Alcoa, sono stati realizzati
frettolosamente molti impianti che potrebbero rendere molto di più con pochi
interventi e la sostituzione di qualche componente scadente. Una corretta
manutenzione, poi, è fondamentale e si ripaga da sola. Basta lavare i pannelli
due volte all'anno per avere incrementi di produzione nell'ordine di qualche
punto percentuale. L'aspetto più importante, però, secondo me è un altro. Infiltrazioni malavitose e
mafiose nel settore ce ne sono state, così come molte irregolarità. Campi
fotovoltaici da svariati MW intestati a società differenti, ma riconducibili
alla medesima proprietà. Questi impianti potrebbero essere confiscati, dati in
gestione a società pubbliche, con l'obbligo di reinvestire nella ricerca il 50%
degli incentivi che intascheranno ogni anno.”
Merita
una nota certamente il capitolo dedicato a Marino Piasentà e alla sua
invenzione che porta i rendimenti delle pompe di calore a valori mai raggiunti
prima. Quali sono le sue impressioni su questa realtà?
“Mi stupisco che se ne parli così
poco. Quando sottolineavo di esempi positivi mi riferivo soprattutto al sistema
eliotermico FEE brevettato da Piasentà
e al velivolo SolarImpulse. L'aereo
che vola giorno e notte alimentato esclusivamente da energia solare è
sicuramente più spettacolare e aprirà nuovi orizzonti anche nel campo della
mobilità sostenibile, ma l'impianto ideato da Marino, in grado di assicurare
riscaldamento, raffrescamento e acqua calda sanitaria a costi irrisori e senza
alcuna combustione, è una realtà che può modificare da subito i nostri impatti
ambientali e rilanciare il Made in Italy
nel mondo. Ho già detto in altre occasioni che candiderei Marino Piasentà al
Nobel perché sono convinto che la vera innovazione arrivi da chi è capace di portare sul mercato, con le
tecnologie esistenti, qualcosa che contribuisca realmente a tutelare
l’ambiente, a spendere meno, a migliorare la qualità della vita.”
L’inchiesta
si chiude con alcune posizioni legate al piano energetico da parte di esponenti
politici come il PD ed il M5S. Cosa ha visto nel panorama politico attuale che
va incontro o smentisce le idee con cui si è confrontato durante le sue
interviste.
"L'unica novità è rappresentata dall'ingresso
massiccio del M5S in Parlamento. Apparentemente stanno incidendo poco, ma credo
sia presto per esprimere un giudizio definitivo e bisogna tenere conto che
anche i media tradizionali sono dinosauri legati a doppio filo alle lobby dei
fossili e alla vecchia politica. Nessuno dice per esempio che Enrico Letta e
Matteo Renzi fanno entrambi parte di Vedrò, il think-tank bipartisan voluto
dall'attuale presidente del consiglio, che ha come sponsor principale Enel. La
conseguenza è che sui mezzi d'informazione mainstream il fotovoltaico è quasi
accusato di aver generato la crisi economica, proprio quando la questione
politica più importante sul tappeto sarebbe quella di scegliere, come ha
recentemente sottolineato il vicepresidente di Legambiente Edoardo Zanchini, se
fermare il cambiamento in atto, perchè sta mettendo in crisi i grandi gruppi
energetici e di conseguenza il sistema bancario e di potere, o portare fino in
fondo una sfida radicalmente diversa, basata sul concetto di generazione
energetica distribuita e quindi incontrollabile per alcuni.
Ne approfitto per sottolineare un’iniziativa di
Davide Crippa, ingegnere eletto per il M5S che nell’audizione del 10 ottobre
sulla Strategia Energetica Nazionale ha sollevato una questione sui contatori digitali
di Enel: il governo italiano non ha mai stabilito come debbano avvenire i
controlli di routine previsti dalla legge sui contatori dell’energia elettrica;
di fatto i cosiddetti contatori “intelligenti” sono apparecchi non omologati
scrupolosamente, mai verificati da un ente terzo incaricato dallo Stato,
certificati solo su base volontaria dall’ “IMQ” (Istituto Italiano del Marchio
di Qualità), spesso marchiati con un “CE” identico nella grafica al marchio
“China Export” che solleva più di un dubbio sulla loro conformità alla
legislazione europea.
Il Ministero per lo Sviluppo Economico ha dovuto
ammettere che regna una certa anarchia in proposito perché la legislazione è
lacunosa.
Trovo sconcertante apprendere che non esista alcuna
garanzia sulla correttezza delle letture di 32 milioni di contatori che
dovrebbero rappresentare il fiore all’occhiello del settore e potrebbero essere
utilissimi nel passaggio verso le smart-grid."
Ringraziamo Andrea Fontana per la disponibilità. Per chi fosse interessato ad approfondire i temi legati all'inchiesta suggeriamo questo link : www.solarimpulse.it
In effetti gli argomenti affrontati fanno addirittura supporre che tra poco possa uscire anche un secondo volume dell'inchiesta: ci troviamo in un momento cruciale ed interessantissimo per ciò che riguarda la nostra politica energetica, e quindi il nostro futuro.
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